In principio, il risveglio

Sono stata trovata mentre vagavo per la via del mercato.
Ero in uno stato confusionale e la ferita alla testa sanguinava copiosamente.

Mi dissero che mi guardavo intorno alla disperata ricerca di qualcosa e avevo gli occhi sgranati, come se avessi visto un fantasma.
Sta di fatto che esausta dal mio incessante vagare e spossata da un caldo sole mattutino svenni vicino al bancone delle spezie, fra le urla dei passanti e l'odore di una vita lontana.

Quando rinvenni l'aria era più fresca e sapeva di fiori.
Scesi dal grande letto su cui ero stata accuratamente stesa e guardai la mia figura riflessa su di un grande specchio appeso ad una parete, ciò che vidi era la figura di una donna con una vistosa cicatrice sulla fronte.

Gridai.

Le mie mani tremavan ancora quando la gentile signora mi verso del tè nella finissima tazza bianca.

Mi raccontò di come mi fossi accasciata in preda alla stanchezza e al terrore, di come gridavo nomi stranieri e di come mi addormentai sul suo letto.

Mi fece delle domande, voleva sapere il mio nome, la mia provenienza, cosa mi avesse portato in quel mercato... rimasi sopraffatta dallo scoprire che non ricordavo nulla e angosciata abbassai la testa in segno di scuse rimanendo in silenzio.

La donna mi posò una mano sul braccio e mi sorrise. Aprì la finestra della grande stanza in cui stavamo e prese dal davanzale un piccolo quaderno da viaggio rilegato in cuio.
Me lo diede e mi invitò ad aprirlo.

Le sue pagine sembravano una tela di un quadro, spesse, ruvide e dal color della sabbia.
Su di esse, sparse qua e là, c'erano delle scritte, dei piccoli simboli, che non riuscii a comprendere.
Al principio di questo quaderno vi erano due grandi simboli disegnati con maestria

光    戦士

Hikari      Senshi 

Con sotto di essi altre due scritte che la donna mi lesse lentamente.

Mi disse anche che questo quaderno apparteneva a me, trovato dentro una borsa sudicia, messa subito a lavare.

Strinsi forte quel quaderno che non riuscivo a leggere, guardai quei simboli e chiusi gli occhi con la speranza di ricordare.
La mia voce ruppe il silenzio creatosi:

"La mia casa profuma come il bancone delle spezie di quel mercato"

altro non seppi dire.

Iniziai a piangere silenziosamente e la donna mi donò il suo conforto stringendomi tra e sue braccia, il suo corpo profumava di cannella.



Mi chiamo Hikari Senshi, sono una donna e non ricordo altro di rilevante riguardo la mia vita.
So di conoscere altre lingue, ma non ricordo la mia.
Sono spaventata, ma ben decisa a guardarmi indietro e ripercorrere i miei passi fino ad arrivare all'inizio.

Utilizzerò questo quaderno per appuntare tutto, non so in che lingua io stia scrivendo, ma la conosco e la comprendo bene e per ora questo mi basta.

Mi chiamo Hikari Senshi e l'unica cosa che so è che la mia casa profuma di spezie.


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